mercoledì 15 novembre 2023

E intanto il tempo se ne va...

L'ultima volta che ho scritto qui era il giorno dopo il crollo del Ponte Morandi, 15 agosto 2018. 

CINQUE anni. E come sono passati male, tra l'altro. 

Oltreutto, scrivere nei blog è un po' passato di moda, da quando esistono i social. Anche se io, in effetti, scrivo pochissimo di me anche nei social, giacché li uso prevalentemente per condivisioni di appelli e per far conoscere situazioni che necessitano aiuti, prevalentemente riguardanti animali e, ancora più specificamente, gatti randagi. A volte, ovviamente, ci sono eccezioni che, però, appunto, confermano la "regola". 

Ammetto che mi manca molto scrivere, come mi mancano tante, troppe altre cose a cui ho rinunciato o a cui ho DOVUTO rinunciare, per dare spazio ed energie (sempre pochissime) ad altre cose molto meno soddisfacenti e indubbiamente più pesanti. E poiché è indubbio che, in tutti questi anni di assenza dal blog (e dallo scrivere in generale), io abbia perso quel poco di dimestichezza che avevo acquisito nel tempo, non riesco più a mettere in parole qualcosa che "suoni" minimamente interessante o, addirittura, bello da leggere. Mi permetto, quindi, di riportare parole non mie che, in questi ultimi anni di ULTERIORE appesantimento (fisico e mentale, ahimè), mi sono piaciute molto: perché anche se esprimono il dolore dell'incomprensione, lo fanno con una chiarezza luminosa che non ammette quasi repliche, ma solo rispetto.


"
Non riempitevi la bocca di giudizi o soluzioni per malesseri che non avete mai provato.
Di vuoti “ti capisco” quando no, non potete capire se non l’avete sentito nella carne.
State ad ascoltare, questo basta, questo è tutto. Senza voler dare consigli privi di radici.
E soprattutto: non sminuite o mortificate mai, riferendovi a dolori più grandi; ché dall’altra parte c’è chi sta male davvero e magari si giudica spietatamente a sufficienza, senza che rincariate la dose.

Non dovete essere preparati, ma potete essere umani.
E se non potete essere umani e semplicemente abbracciare e rispettare un dolore che non avete mai portato: rimanete in religioso silenzio e allenate il vostro cuore alla comprensione.
Nessuna scialuppa di “c’è chi sta peggio” ha mai portato in salvo qualcuno."

(Gloria Momoli) Sito dell'autrice


 

mercoledì 15 agosto 2018

LIKE A BRIDGE OVER A TROUBLED CITY


A Genova sono nata 50 anni fa e sono cresciuta; in 22 anni di vita ligure, ho spesso percorso questo ponte, soprattutto andando e tornando dalle vacanze in Riviera di Ponente. 
Ho scoperto solo ieri il suo nome, “Ponte Morandi”: io l’ho sempre chiamato “il ponte delle altalene”, un nome che evocava leggerezza, ben lontana dalla peso della tragedia di ieri, inaccettabile, inammissibile, come l’impotenza che si prova davanti a catastrofi del genere. 
Soprattutto per il fatto che nessuno pagherà, davvero, per questo CRIMINE.
Gli italiani, si sa, sono, perlopiù, un popolo incostante e con POCHISSIMO senso civico, nelle piccole e nelle grandi cose. 
E sebbene questa tragedia non verrà dimenticata in fretta, finirà, comunque, prima o poi, insabbiata come tutte le altre che l’hanno preceduta. 
Al di là dello sconforto per l’accaduto, ciò che più mi amareggia è vedere confermata la “consuetudine” per cui, finché non ci “scappano” i morti, qui nessuno fa un cazzo. 
E comunque non mi illudo che da oggi cambierà qualcosa. 
Né da domani, visto che oggi (non per me, ché è solo un altro giorno in cui arrivare a sera) è comunque ferragosto e ci sarà chi penserà solo al mare, alle ferie, al divertimento, alle cazzate. 
“Povera Italia” diceva sempre mio nonno, che pure ne aveva viste tante.
E quanto aveva ragione.



domenica 17 gennaio 2016

Il dolore del ritorno

Mi chiedo dove finisca il tempo che non abbiamo più.
E se il futuro fa paura ed il presente, perlopiù, schifo, non resta che aggrapparsi al passato.
Non proprio remoto, ma neanche prossimo.
E rifugiarsi nella malinconia nostalgica di un ritorno ad un "dove" ed un "quando" che non esistono più.
Il dolore del ritorno, appunto: nostalgia

domenica 1 giugno 2014

Normalità cercasi (astenersi superstiziosi)

 
Non pretendo certo una vita perfetta.
Nessuno ce l’ha, probabilmente.
Ma sono stanca, troppo stanca.
Sono SETTE anni che tutto va sempre peggio: neanche avessi rotto uno specchio. 
O forse sì e non me lo ricordo.
Sette anni non in Tibet, ma in continua angoscia.
E se non è angoscia, è magone.
E se non è magone, la tregua è troppo breve per potersi riprendere dall’ultima legnata.
Che arriva, cinica e bastarda, ogni volta che cerco, pur affranta e logora, di tirar su la testa.
Una testa di cui, un tempo, potevo andar fiera: per la cultura, per la memoria, per la curiosità.
Quella stessa testa che, oggi, è fatta a buchi.
Come il gruyère. O l’emmenthal.
Insomma, quello.
Vorrei, almeno un giorno, da persona normale.
Quella che i miei detestabilmente amati inglesi definiscono “ordinary people”.
Vorrei dover pensare alla prova costume.
A dove andare in ferie ad agosto (ferie che per me sono un lusso in tutti i sensi, in questo maledetto settennato).
A chi vincerà i prossimi mondiali di calcio. Dei quali, peraltro, non mi frega assolutamente nulla, ma dovrò ugualmente subirne la nefasta invasione nella quotidianità.
Ad aspettare i saldi per comprarmi le scarpe alla moda.
Anche se per me, moda significa SCOMODO; quindi sono ferma pressocché agli anni ’80.
E non me ne vogliano gli studiosi di stile e di eleganza. Ai quali, lo sappiano, va la mia più benevola indifferenza.
Dicevo, problemi normali da persone normali.
Ma la normalità è un lusso, a quanto pare.
Figurarsi la serenità.

domenica 26 maggio 2013

Argento e nuvole



Ogni nuvola ha un profilo argentato.
Ossia: ogni brutta situazione contiene un aspetto positivo. Questo proverbio si usa (N.d.B.: in inglese) come incoraggiamento a chi è sopraffatto dalle difficoltà e non riesce a vedere nulla di positivo per il futuro.
L’origine del detto deriva da un’opera di John Milton “Comus: A Mask Presented at Ludlow Castle” del 1634.

I see ye visibly, and now believe
That he, the Supreme Good, to whom all things ill
Are but as slavish officers of vengeance,
Would send a glistering guardian, if need were
To keep my life and honour unassailed.
Was I deceived, or did a sable cloud
Turn forth her silver lining on the night?
I did not err; there does a sable cloud
Turn forth her silver lining on the night,
And casts a gleam over this tufted grove.”

Da allora in poi “Nuvole” e “profili argentati” furono termini usati spesso in letteratura, solitamente citando Milton e riferendosi frequentemente ad essi come “le nuvole di Milton”. Ma non si sentirà parlare della popolare forma proverbiale “Ogni nuvola ha un profilo argentato” prima dell’arrivo dell’edificante linguaggio dell’Inghilterra vittoriana. La prima occasione in cui venne espresso inequivocabilmente tale concetto arrivò nel 1840, nel “The Dublin Magazine, Volume I” nella recensione del romanzo “Marian; or, a Young Maid's Fortunes” di Mrs S.Hall, pubblicato nel 1840:
Come dice Katty Macane, “c’è un profilo argentato in ogni nuvola che navighi per il cielo, se solo riusciamo a vederlo”.

“C’è una profilo argentato per ogni nuvola” era la forma che il proverbio aveva assunto durante l’era vittoriana.
La forma attuale “Ogni nuvola ha un profilo argentato” apparve nel 1849 in un’altra recensione letteraria.
In “The New monthly belle assemblée, Volume 31” venne inclusa quella che fu fatta passare per una citazione del libro di Mrs S.Hall, ma che, in effetti, non appariva in “Marian”, dove invece si riportava il testo originale di Milton.

sabato 16 febbraio 2013

altro che sanremo...

Prendetevi il tempo di ascoltare questa canzone (sono 7 minuti e mezzo....
Anche se non ne comprendete il testo, non è fondamentale: lasciate che la musica entri in voi, che ogni frequenza diventi la vostra, che ogni percussione diventi un battito...
Respirate adagio, affinché ogni respiro sia come un'onda di note che entra ed esce da voi, come la risacca del mare sulla battigia...
E se non vi commuovete, se non vi ritroverete ad avere le lacrime che scendono da sole come magiche perle salate, beh, allora... NON avete un cuore...
Buon ascolto e che la Dea sia con voi...



sabato 2 febbraio 2013

marmotte riciclate

Riciclare è sempre positivo.
Soprattutto quando la voglia di scrivere è morta da tempo e con essa l'entusiasmo di comunicare.
Soprattutto quando troppi pensieri amari impongono di sopravvivere, tenendomi occupata a fare, anziché osservare, trascrivere e considerare.
Qualunque cosa.
Quindi, e per il terzo anno consecutivo (il che, la dice lunga), riciclo lo stesso post.
Questo: http://nonsolocats.blogspot.it/2010/02/imbolc-candlemas-candelora-e-groundhog.html

Con buona pace (si spera) della Marmotta Phil.


venerdì 18 gennaio 2013

Un "nuovo" amore

Mi sono innamorata, perdutamente, di lui.
E' morto, da secoli.
Almeno, non mi deluderà.
MAI.


lunedì 10 settembre 2012

il mio piccolo momento di celebrità

Qualche tempo fa scrivevo di un graditissimo ritorno.
Ritorno da me più volte, per così dire, sponsorizzato, anche se in assoluta segretezza privata tra me e l'autrice.

Sia per la piacevolezza innegabile dei post (leggere per credere!), sia e soprattutto per la bellezza e profondità di chi quelle cose sapeva (e sa, tuttora, per fortuna) scrivere con naturalezza, (auto)ironia ed innegabile realismo.

Ecco, quindi, che oggi la mia cara amica di blog, in "arte" MR, mi regala questa preziosa "citazione".

http://oceanicapovolti2.blogspot.it/2012/09/amica-e-blog.html

Grazie MR, per l'ennesimo, preziosissimo sorriso che oggi hai saputo far nascere  come un delicato raggio di sole su questo viso stanco.

venerdì 29 giugno 2012

insulsi luoghi comuni

Appartamento di 80mq scarsi.
Aria condizionata in sala e ventilatore appositamente acceso per mandare freschezza nel corridoio e in camera (sistema collaudato da tempo...).
Le tre gatte sono tutte e tre qui in stanzetta, al caldo, con me (che continuo a litigare con gli imbecilli spagnoli), confortate solo da un piccolo ventilatore che dà il meglio di sè e fa quello che può.

Solo per un secondo, ché di più non meritano la mia attenzione, penso agli idioti, ignoranti, imbecilli che definiscono i gatti incapaci di amare poiché "pensano" solo a se stessi; e quasi vorrei chiedere loro perché le tre pelose siano qui con me invece che altrove, al fresco...

Ma sarebbe una domanda inutile, perché conosco già la risposta.



Da anni...

domenica 22 aprile 2012

un graditissimo ritorno

Grazie ad un gatto.
Anzi, UNA gatta, Gea.
Anzi, due gatti: Gea e Tremor :-)
Bentornata MR...
Però il vecchio blog potevi lasciarlo...

domenica 26 febbraio 2012

una vita a metà (sottotitolo: quella che non sono più)

Una settimana e ventidue anni fa iniziava la mia "nuova" vita: metà trascorsa e metà qui.
Ricordo ancora quel giorno, l'abbraccio dei miei nonni, che non avrei più rivisto e quello dei miei genitori, increduli che io, proprio io, che non sapevo "neanche stirare" (come sottolineò più volte mia madre) sarei partita per andare a vivere per conto mio, a più di quattrocento chilometri da casa.
Senza pensare che per me, casa, sarebbe stato ovunque mi fossi trovata bene.
Ammesso che ciò fosse possibile...
Oggi, riguardando con gli occhi della memoria, ripassando mentalmente questi "secondi" ventidue anni, questa metà vita trascorsa in terra padana, mi appare assolutamente chiara una verità: che quella che ero non esiste più.
E non in senso puramente cronologico, ma semmai in senso esistenziale.
Non esiste più quella "me" che viveva ogni cosa con entusiasmo ed emozioni, forse anche troppe, ma comunque genuine e spontanee.
Non esiste più quella "me" che trovava conforto nella bellezza delle cose, che trasformava il proprio dolore in qualcos altro; quella che leggeva, scriveva, dipingeva, cantava e, a fasi alterne, si imbarcava in avventure creative di vario tipo, come confermato da pile di libri e riviste a tema (decoupage, candele, paste sintetiche, acquarelli, punto croce, tempere...).
Non esiste più quella "me" che NON dimenticava MAI un compleanno di un amico o un'amica, ai tempi in cui non c'era fessbuc a ricordarti i genetliaci altrui.
Non esiste più quella "me" che dormiva bene ogni notte e si svegliava "nuova" ogni mattina, pronta a percorrere un'altra giornata, qualunque sfida portasse.
Non esiste più quella "me" che, con un pizzico di legittima vanità, amava prendersi cura di se stessa, confortata dal sentirsi dire che non dimostrava gli anni che aveva.
Quella che ero è morta: sepolta sotto un quinquennio eufemisticamente difficile, sotto una montagna di (per non dire altro) amarezza, sconforto e dolore, proprio e, per quel che vale, altrui.
Oggi al suo posto c'è una persona che solo grazie a loro trova la forza di alzarsi dal letto e di affrontare ciò che le capiterà, più per senso del dovere che per reale convinzione di riuscire a farcela un'altra volta.
C'è un'anima stanca, un corpo ingrigito e un cuore ammaccato, tenuti insieme non so neanch'io da cosa.

Giacché, se di energia si tratta, dev'essere davvero ben nascosta, perché mi sembra di vivere ogni giorno in uno status di "riserva" costante.
E chissà se avrò ancora la fortuna, prima o poi, di poter "fare il pieno".
Possibilmente, di serenità.

lunedì 2 gennaio 2012

nuovi a-mici

Ho scoperto questo sito http://www.amicidichicco.it/ che consiglio a tutti coloro che amano i gatti e ne hanno adottati di tutti i tipi.
Il sito si propone di diffondere l'importanza di adottare gatti che non siano necessariamente cuccioli, salvando così tanti animali che meritano comunque amore e calore.
Mi è stato proposto di raccontare la mia esperienza in merito.
Così ho scritto la storia di Priscilla.
Ed eccola qui.
Buona lettura... :-)



sabato 31 dicembre 2011

categorie e riflessioni



Quest'anno era iniziato
così.
Rileggendo il mio post, ammetto che non finisce meglio; anzi, la situazione è riuscita pure a peggiorare.

Lavoro? Eccolo
qui.
Pensieri felini? Eccoli
qui (e non solo...).
E sorvolo su fortuna ed amore, giacché, appunto, come già sottolineato 364 giorni fa, "
i soldi sono rimasti pochi (anzi, sempre meno), la speranza è diventata inconsistente, l'amore (umano) non s'è fatto comunque vedere e la fiducia è talmente magra da rasentare l'anoressia".
Nel mio bilancio del 2011 c'è un'unica voce davvero positiva:
questa.
E sapere che
lui, insieme agli altri fortunati del 2009 e 2010 sta bene, concede un piccolo margine di sollievo alla morsa che ormai stringe impietosa e da anni, giorno e notte, la mia anima ed il mio cuore.

Per il resto, mentre oggi le persone "normali" si terranno occupate tra cenoni, auguri, discutibili (oltreché orrende) mutande rosse e idiozie del genere, mi ritrovo a pensare che ci sono almeno cinque categorie di persone per le quali vorrei tanto che i Maya avessero ragione.

O torto, non l'ho ancora capito bene.
Ma non è fondamentale.
Insomma, cinque categorie (e sono stata brava a non individuarne un numero maggiore) che vorrei veder SPARIRE.
Ma presto, prestissimo, ché non vale la pena far passare un altro anno, in attesa del prossimo 21 dicembre.

Eccole:
5- quelli che si fanno vivi con insulsi sms preconfezionati solo tra natale e capodanno;
per il resto dell'anno potresti tranquillamente esser morto.
4- quelli che non hanno rispetto di nulla; quindi, a titolo puramente esemplificativo e non esaustivo: quelli che lasciano i loro fottuti suv di merda nel posteggio riservato ai disabili, che buttano la spazzatura dove capita invece che "negli appositi contenitori", che tagliano la strada a tutta velocità (ma dove cazzo dovranno andare, poi?), che stasera spareranno botti, incuranti di esser dannosi per se stessi (e pazienza), ma soprattutto per gli altri: gli stessi che, però, poi, se ti permetti di invadere le loro miserrime vite, anche se si tratta di normale (ed assolutamente momentanea) sovrapposizione di spazi vitali, si ergono a giustizieri che neanche Charles Bronson dei vecchi tempi avrebbe osato tanto.
3- quelli che hanno causato questo totale sfacelo mondiale, speculando su tutto e tutti, mandando in rovina case, aziende, popoli e nazioni. Ma che, alla faccia mia, dormono sereni ogni notte, mentre io combatto contro una devastante insonnia da quattro anni.
E continuo a perdere, notte dopo notte...

2- quelli che offendono e calpestano, direttamente o meno, ciò in cui credo, ciò per cui ho cercato di combattere, finché ne avevo forza e ciò per cui, nonostante difficoltà ed amarezza sempre presenti, trovo ancora la forza di alzarmi dal letto ogni mattina.

1- quelli che abbandonano, maltrattano e violentano bambini ed animali: individui così spregevoli che vorrei veder messi sullo stesso piano: quello terra.
Anzi, SOTTOterra.

Ah, buon anno...

lunedì 19 dicembre 2011

un capodanno da cassaintegrati



E' un po' che non scrivo della mia penosa (tra le altre) situazione lavorativa.

Per chi, casomai, si fosse chiesto a che punto sto, ecco le ultime notizie.

Venerdì scorso, dopo averlo cercato al cellulare, mi ha richiamata uno dei sindacalisti che sta seguendo l'infausta vicenda di orribilandia (cliccando qui, si possono leggere i post precedenti relativi alla triste faccenda).

A quanto pare sembra che, a fronte di approvazione e stanziamento da parte della Regione, sia possibile, come ultima via di salvezza, peraltro temporanea, ricorrere alla cassaintegrazione in deroga: se le cose andranno per il verso migliore, la prima settimana di gennaio 2012 ci sarà ancora cassaintegrazione ordinaria, essendo la straordinaria terminata lo scorso 21 novembre ed usufruendo nel frattempo, io e gli altri fortunati, di altra cassaintegrazione ordinaria fino al 31 dicembre 2011.
Poi, in teoria, si partirà, dal 9 gennaio in poi, con la CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA per 180 giorni (quindi altri sei mesi "pagati").
Nel frattempo, sempre che le cose prendano una piega a noi favorevole, l'azienda dovrebbe riproporre il famigerato incentivo per i volontari all'esodo, incentivo che i sindacati stanno cercando di alzare almeno fino a 15mila €, anche se, come sempre, sarà poi l'azienda a fare quello che vuole.
In ogni caso l'estate prossima si dovrebbe arrivare definitivamente alla mobilità.
Game over.

Peraltro, ammesso che si proceda con la cassaintegrazione in deroga, l'azienda potrebbe comunque mandare le lettere, tenendo conto anche del relativo preavviso, in tempo giusto prima che la CIG in deroga sia terminata (per esempio, un mese e mezzo prima, se quello è il tempo di preavviso previsto).
Nella peggiore delle ipotesi, invece, il 1° gennaio potrebbe arrivarmi la lettera di licenziamento (senza o con preavviso, non è dato saperlo...).
A questo proposito, sembrerebbe che l'azienda abbia detto che, dei 25 esuberi rimasti, almeno 15 debbano essere lasciati assolutamente a casa: il che apre uno scenario a dir poco grottesco sul come e quando gli eventuali 10 superstiti verrebbero, invece, graziati dalla scure del licenziamento.
Quindi e per l'ennesima volta, l'unica certezza è che dovrò aspettare ancora, di sicuro fino a fine anno, con la prospettiva di vedermi recapitare un bel regalo di inizio 2012.
E tanti saluti ai Maya e alla fine del mondo...

Peraltro, l'unica cosa che mi dà ancora un po' di luce in fondo al tunnel (ma è davvero un lumicino gracile in una voragine buia e piena di gelide correnti) è il fatto che, a questo punto, se avessero potuto effettivamente lasciarmi a casa, FORSE, a quest'ora l'avrebbero già fatto.
Invece, visto che continuano ad allungare la nostra agonia di cassaintegrati prescelti, mi fa pensare (sperare è una parola grossa...) che probabilmente qualcosa in nostro favore possa ancora esserci dietro l'angolo.
O che almeno ci sia ancora tempo per respirare, prima di affogare del tutto...

Ma non voglio sembrare ottimista: non lo sono mai stata e non lo sarò adesso, rischiando di restare ancor più di merda se le cose non andassero come prospettano i sindacati.

Forse è anche per questo che ieri, solo perché ho guardato il calendario, ho realizzato che domenica prossima sarà natale.
Per me sarà solo una domenica come le altre, un altro giorno in cui la più grande conquista sarà arrivare a sera, viva ed in piedi, in qualche modo.

martedì 15 novembre 2011

finalmente tocca a me!

Eh sì, sono già passati due anni da quel giorno.
Infatti,
in realtà, sono arrivata a zampettare in questa casa il 15 novembre, una gran bella domenica per me che iniziavo una nuova vita di amore e calore, lasciandomi alle spalle quella passata in colonia, dove non stavo certo benissimo...

Ero piccina, ancora spaventata, reduce da una pessima disavventura...


Ma sono cresciuta bene (qualcuno, malignamente, dice "pure troppo...")


e oggi sono una bella gattona grande, lunga e taaaanto rompipalle!



Ma so che la zia mi adora, soprattutto la sera quando le faccio da sciarpa animata...


Sono stata proprio tanto fortunata... meowwwww...




Ma proprio tanto, tanto fortunata...

mercoledì 9 novembre 2011

here comes the sun

I problemi restano.
E sono tanti...



Ma con il sole, li affrontiamo meglio....

domenica 18 settembre 2011

manifesto gattaro



PER NOI che le nostre mani sono piene di graffi...

PER NOI che le nostre tasche sono sempre vuote...
PER NOI che "bella quella camicia, bello quel paio di scarpe, buona quella crema, ma sai quante crocchette ci compro con quei soldi?"
PER NOI che una vacanza non ce la facciamo da tempo immemore...
PER NOI che la nostra amica si è comprata l'ennesima borsa, noi l'ennesima busta di croccantini...
PER NOI che quando sentiamo un miagolio ci immobilizziamo per cercare di capire da dove provenga...
PER NOI che la nostra macchina è un porcile, ma chi se ne frega...
PER NOI che ci portiamo dietro il "kit di prima necessità" ovvero una bustina di crocchette, una bustina di umido e anche il trasportino... e anche un guinzaglio, si sa mai…
PER NOI che siamo allergici al pelo dei gatti ma ne abbiamo 44 (n.b. io solo 3 e per fortuna non sono allergica!) e non ci sognamo minimamente di abbandonarli, tutt'alpiù ingoiamo un antistaminico...

PER NOI che la gente ci crede pazzi...
PER NOI che disederediamo un nostro parente per poter lasciare un'eredità ai gatti... (n.b. se avessi qualche bene consistente, certamente sì!)
PER NOI che quando parli con una persona di chiede "dove vai?" e tu rispondi "a dar da mangiare ai gatti" e il tuo amico "ma non vedi che piove?" e tu dici "perchè quanto piove tu non mangi?"...
PER NOI che eravamo gatti in un'altra vita...

PER NOI che adottiamo a distanza i mici delle altre gattare più sfortunate di noi....
PER NOI che l'amica allergica ci evita come la peste...
PER NOI che abbiamo peli di gatto perfino nelle mutande...
PER NOI che quando sentiamo il nostro micio fare "MIAOOOOO" gridiamo dall'altra stanza "CHE C'ééééééé!!!" ....
PER NOI che ogni giorno è scandito dai loro ritmi e dalle loro necessità...
PER NOI che siamo abitudinari come loro...
PER NOI che ci fanno schifo i soliti coglioni e i loro pregiudizi del cavolo "ma i gatti sono traditori!"...
PER NOI che in ogni gatto troviamo qualcosa di divino...
PER NOI che ci sudiamo il loro amore, ma non è MAI scontato, che ci sudiamo la loro fiducia e che, quando riusciamo ad ottenerla, siamo felici fino alla fine dei nostri giorni...
PER NOI che lo sappiamo, se esageriamo, non saremo perdonati...
PER NOI che il 15 agosto, quando tutti sono in ferie, cerchiamo un veterinario aperto...
PER NOI che li capiamo al volo, ci basta uno sguardo...
e per finire...

PER NOI che, a chi ci domanda "ma chi te lo fa fare!" rispondiamo quanto immenso e speciale può essere l'amore di un gatto...
(anzi, io non rispondo neanche più, certe domande sono TROPPO stupide...)


(dalla P.A.L. - Protezione Animali di Legnano il canile e gattile)

e grazie a Paola di Gatti, fatti e misfatti per averlo pubblicato per prima...

domenica 11 settembre 2011

sembrava un giorno come un altro...

11 settembre 2001
Ore 14,44: la vita lavorativa scorreva normale ad orribilandia.

Lo spettro della cassaintegrazione era lontanissimo, neanche si sapeva cosa volessero dire quelle due parole.
Una collega che faceva part time era uscita da poco, io ero al computer ed inserivo ordini.
Automaticamente, quasi sovrappensiero.

Ore 14,45: una visione...
No, un vento gelido...
Un lampo: qualcuno che urla, ma non capisco chi... Cos'è?
Ma no, me lo sono immaginato.
Ancora quella corrente fredda. Forse è una finestra aperta...

Ore 14,50: suona il cellulare. Rispondo. "Sono io. Ho appena acceso la tv. Un aereo è caduto su una delle torri gemelle..."
Ascolto il racconto terribile via telefono, non riesco a capire. Non c'è internet per verificare, solo la voce sconvolta della mia collega che mi spiega.

Ore 15,00: ora capisco quella ventata. E solo adesso mi vengono davvero i brividi.

Il resto, purtroppo, è storia che tutti conoscono.

Ascoltando questa canzone di Peter Gabriel ho sempre pensato che il testo si adattasse molto al sentimento di chi è rimasto, quel giorno, ad ascoltare il vuoto entrargli dentro e non colmarsi più.
Scopro oggi che esiste un tributo alle vittime di quel giorno in cui la canzone è abbinata alle tremende immagini che non dimenticherò mai.

Per tutti coloro che c'erano, che non ci sono più.
Per quelli che sono rimasti soli, ad aspettare.
E a farsi domande che non avranno risposte.
Mai più.


It was only one hour ago
It was all so different then
Nothing yet has really sunk in
Looks like it always did
This flesh and bone
It's just the way that we are tied in
Now theres no-one home

I grieve for you
You leave me
so hard to move on
Still loving whats gone
They say life carries on
Carries on and on and on and on

The news that truly shocks is the empty empty page
While the final rattle rocks its empty empty cage
And I cant handle this

I grieve for you
You leave me
Let it out and move on
Missing whats gone
They say life carries on
They say life carries on and on and on

Life carries on
In the people I meet
In everyone thats out on the street
In all the dogs and cats
In the flies and rats
In the rot and the rust
In the ashes and the dust
Life carries on and on and on and on
Life carries on and on and on

Its just the car that we ride in
A home we reside in
The face that we hide in
The way we are tied in
And life carries on and on and on and on
Life carries on and on and on

Did I dream this belief?
Or did I believe this dream?
Now I can find relief
I grieve

(Peter Gabriel, "I Grieve", dall'album "UP", 2002)


giovedì 8 settembre 2011

una splendida quarantenne

No.
Non parlo di me; figuriamoci, sono tutto fuorché splendida.
Soprattutto dopo questi ultimi quattro anni e questi ultimi mesi in particolare.
Parlo di lei, Emily.

Che oggi compie 6 dei suoi anni felini, quindi circa 43 anni (siamo coetanee!).
Ma di certo ne dimostra molti meno.
Sarà anche per tutto l'amore di cui è avvolta da quando è arrivata nella mia vita?
(eccola com'era appena accasata...)





Auguri, tesoro mio, grazie di esserci.

SEMPRE...

martedì 6 settembre 2011

oggi sono 3 anni!

dal giorno in cui la cara Priscilla è entrata in questa casa...
(eccola com'era appena arrivata...)

auguri, piccola mia...