domenica 30 ottobre 2005

la capsula del tempo

Se mai avessi costruito una "capsula del tempo" quand'ero piccola, sul coperchio la scritta "non aprire prima del 1/1/2000", probabilmente questo sarebbe stato il contenuto:
- una scatola di latta con pennarelli e matite colorate che usavo nella casa di montagna; essa stessa già una capsula temporale "sui generis", che una volta conteneva biscotti ("lazzaroni" se ricordo bene), color verde tenue, quadrata; il coperchio, sollevabile facendo leva con le unghie sui bordi, si apriva emettendo un suono dolce, che mi rassicurava, un'ancora di salvezza per una piccola anima incatenata in un luogo che non le é MAI piaciuto;[...]
- un paio di scarpette da ballo, consunte, un tempo rosa lucido, ora stancamente impallidite, i lacci di raso ritorti e ingrigiti per l'uso, le suole di cuoio impregnate di polvere di pece per non scivolare sul parquet della scuola di danza; e dentro, traccia indelebile di un impensabile martirio, la sofferenza inferta ai piccoli piedi di una bambina sognatrice;
- la cartella delle elementari, fatta a mano da mia madre con un paio di vecchi jeans di mio padre, ricamata con fiori e pesci, la mia passione per la natura ed il mare sempre presente; e ogni anno, all'approssimarsi della riapertura della scuola, la sigla della classe sempre aggiornata;
- un mazzetto di fiori, raccolti con mio nonno, appena fuori la città, su nodose pendici appenniniche che si tuffano nel mare, tra ulivi perlacei e ciuffi spinosi di ginestre ed agavi; chiusa in una giacca a vento, il cappuccio stretto intorno al viso, minuscola finestra sul mondo intorno a me, sgambettavo veloce, seguendo i suoi pantaloni di velluto marrone scuro a coste.

domenica 23 ottobre 2005

mi mancano le parole...

per descrivere come mi sento in questi ultimi giorni.
Quando qualcuno mi chiede "come stai", non so davvero cosa rispondere.
Io che ho sempre avuto la risposta pronta, l'ultima parola su tutto e tutti.
E ora, muta, afona, vuota.
Ho dato spazio alle mie sensazioni attraverso le parole di chi l'ha saputo comunicare meglio di me.
Ho portato solo canzoni: testi che qualcun altro ha scritto prima di me, intensi, profondi, drammatici e incredibilmente vicini, anche se scaturiti da altri cuori, altre menti, altre mani che li hanno tradotti in poesie musicali.
Riesco solo a pensare che nulla dura per sempre, che siamo solo polvere nel vento [dust in the wind], che è da troppo tempo che mi sento giù [down so long] e che non avrebbe neanche senso vivere per sempre, quando l'amore deve morire [who wants to live forever, when love must die].
Non ho voglia di parlare, meglio godersi il silenzio [enjoy the silence], tutto quello che volevo era qui, fra le mie braccia [all I ever wanted is here in my arms].
E ora non c'è più nulla: solo quello che la rabbia ha frantumato ed ha ridotto in sabbia.
Vorrei trovare la forza di scagliare tutti i miei guai nel mare blu e profondo [take all my troubles and throw them into the deep blue sea]; ma per ora riesco solo a guardare, seduta sulla riva della vita che scorre via inesorabile, l'oceano nero ed infinito della mia amara tristezza.

domenica 9 ottobre 2005

aprite le finestre al nuovo sole


.... almeno oggi è tornato il sole, non che cambi granchè comunque.
Ma è una piccola consolazione aprire le finestre e lasciar entrare un po' di luce, a rischiarare il buio dei dubbi, dell'incertezza e della paura di prendere una decisione che sembra affrettata ma non lo è.

Probabilmente è vero che nessuna notte durerà mai troppo perchè non possa tornare il giorno.



Ma ci sono momenti in cui fatico a capire se sia l'oscurità che sta lasciando sorgere un'alba accecante o se non sia un tramonto infuocato che vira in una notte scura ed incolore.
Nel dubbio, accendo una candela.
Non si sa mai.

sabato 8 ottobre 2005

indimenticabile


"Certe volte penso che dovrei essere incazzato per quello che è successo, ma è difficile restare arrabbiato, quando c'è così tanta bellezza nel mondo.
A volte mi sento come se potessi vederla tutta in una volta, ed è troppo, tanto, così tanto che il mio cuore si riempe come un pallone che sta per scoppiare....




E poi mi ricordo di rilassarmi e di fermarmi ad afferrarla, mentre scivola attraverso me come pioggia e non posso far altro che provare gratitudine per ogni singolo momento di questa mia stupida piccola vita...
Non avete idea di cosa sto parlando, lo so.
Ma non preoccupatevi....
Un giorno lo capirete."

nothing lasts forever

Domanda banale o pubblicità di pietre preziose?
Luogo comune in attesa dell'autobus o verità inconfutabile?
Niente dura per sempre: a volte sono convinta che valga solo per le cose belle, perchè quelle brutte, anche se non eterne, durano sempre troppo per chi le deve affrontare.
Già il fatto che si sa quando si nasce ma non quando si morirà dovrebbe dirla lunga sulla validità di certe affermazioni: mi pare d'aver letto una volta che proprio l'essere mortali è ciò che rende la vita umana affascinante.
Come dire: goditela finchè puoi, la fine (anzichè la verità) è dietro l'angolo.
Bella consolazione del piffero (per non dire di peggio).
Troppo semplice pensarla come Epicuro, risolvendo tutto col dire che se c'è la morte non ci siamo noi e viceversa, per cui è inutile preoccuparsene.
E che dire di chi resta a soffrire della mancanza di chi non c'è più? Non conta nulla questo?
Forse Epicuro non aveva parenti che abbiano pianto al suo funerale.
E non parlo solo di fine della vita: intendo qualunque fine.
Quella di un'amicizia, di un amore, della serie tv preferita, del corso di canto, di un rapporto di lavoro, di un periodo della vita che ha segnato e permeato di significati l'esistenza per poi terminare, così, a volte inaspettatamente (ed è il caso peggiore), lasciando solo vuoti incolmabili e un gran senso di irritante inutilità.
Sapere che qualunque cosa prima o poi finirà non mi rende nè più saggia nè più prudente: ma mi avvelena il cuore con una tristezza, questa sì, infinita.

domenica 2 ottobre 2005

fireworks

…. All’improvviso il buio e l’attesa cambiano.
Spirali rumorose e colori assordanti riempiono il vuoto della notte.
Ogni esplosione è una nuova meraviglia.
Giochi di fiamme colorate che tingono l’aria di tonalità irripetibili.
L’aria si fa di zolfo, i suoni si confondono come fontane iridescenti.
Esplosioni pacifiche che rimbombano nel cuore, scoppi colorati che si imprimono negli occhi e nella mente.
Lo stupore è sempre nuovo, lo spettacolo si perde in notti misteriose ed antiche.
Come arcobaleni di tuono gli ultimi fuochi si sommano l’un l’altro, in una miriade di sfumature e boati incessanti.
L’incantesimo è finito: un lieve ronzio rimane a contrastare il frastuono degli istanti appena trascorsi.
Gli occhi si abituano di nuovo all’oscurità.
Vortici iridescenti sbiadiscono adagio, lentamente.

Lo spettacolo è finito.

Ma il sogno è appena cominciato.